Come il cinema muto del 1920

Come il cinema muto del 1920

 

A Settignano, splendida collina alla periferia di Firenze, ho avuto occasione di girare un medio metraggio insieme ad una troupe composta da un tecnico del suono e una sceneggiatrice e aiuto regista che insieme a me hanno portato a termine quel video prodotto.

Contattato da una associazione i cui iscritti sono compositori esecutori musicali e cantanti delle loro  opere, abbiamo messo su una storia di fantasia che rappresentasse la vera potenzialità insita in ogni essere umano e le sue straordinarie capacità  di rivelarle. Attraverso vicissitudini individuali e rocambolesche avventure, i quattro personaggi principali si trovano a concludere il loro percorso seguendo e riflettendo sui suggerimenti di una medium che in più occasioni li indirizza verso la propria ricerca interiore.

In questa cittadina si sono svolte tutte le riprese in omaggio al luogo che da anni li vede offrire concerti al pubblico. Il film, è stato costruito con non pochi sforzi grazie anche alla collaborazione di gestori di locali che hanno permesso l’effettuazione delle riprese in interni per far sì che lo svolgimento della storia potesse mostrare più ambienti senza gravare su spese accessorie per spostamenti degli attori altrove.
Le riprese hanno interessato un arco di tempo di 6 mesi nei quali si è lavorato insieme dando forma e ottimizzando i contenuti della storia. Tecnicamente abbiamo dovuto risolvere lo svolgimento della trama indossando abiti primaverili fuori stagione per il protrarsi dei tempi di ripresa cercando di non danneggiare la salute di nessuno. Durante una sessione di riprese realizzata in pieno luglio sotto un sole cocente e il fragoroso rumore delle cicale, siamo stati costretti a ripetere le riprese in una nuova location sempre del paese per risolvere evidenti problemi di audio che avrebbero danneggiato l’uniformità dell’audio.

La decisione di convocare nuovamente gli attori per ripetere nuovamente quella scena è stata presa dopo aver visionato più volte e tentato aggiustamenti proponendo anche di trasformare l’intero film in un prodotto con la sola colonna sonora musicale senza voci, simile ai film memorabili dei primi anni del ‘900 agli albori del cinema.


Quella soluzione di cinema muto che poi non è stata adottata, mi ha spinto a salvare quell’esperimento per un futuro utilizzo che potrebbe stimolare proprio come accadeva una volta, a proiettare il film degli artisti in una sala cinema con palco o sotto palco per i musicisti, sostituendo la colonna sonora con l’esecuzione musicale dal vivo realizzata durante la proiezione del film sullo schermo, creando un impatto di vitalità superiore alla colonna sonora preregistrata.

Ecco il trailer del film realizzato per la sua presentazione in città.

Voglio usare la pellicola! Esiste ancora?

Voglio usare la pellicola! Esiste ancora?

Kodak. Film. No compromise.

Questo lo slogan della casa di produzione di pellicole più famosa del mondo che ancora oggi produce e vende pellicole di tutti i formati.

Quando circa 10 anni fa decisi di riutilizzare alcune cineprese che avevo acquistato, cercai sul web i venditori di pellicole per i miei apparecchi, più vicini a dove abito. Grande sorpresa. Abitando nell’area fiorentina, che non è certo l’area principale preposta alle attività cinematografiche, ho trovato 4 rivenditori ufficiali a Roma, due a Milano e un rivenditore di pellicole di tutti i formati che svolge da tanti anni servizi completi di pulizia, restauro, e vendita di prodotti multi marca alla periferia di Firenze. Quali formati offre? Quello cinematografico, cioè il 35 mm, e il 16 mm, la pellicola 8mm e Super8, colore e bianco e nero. Fra le marche produttrici ci sono Agfa Kodak e Orwo; Marco della Movie & Sound, conosce bene tutti questi prodotti e ne suggerisce l’uso abbinato a cineprese specifiche e circostanze ambientali con grande professionalità.

A Vallina, Firenze, la Movie & Sound offre questi servizi, inoltre permette tramite noleggio di attrezzature di realizzare i propri filmati d’autore come giustamente ci tiene a definirli Marco. Da lui ho approfondito che il tipo di emulsione (la parte del film che viene impressionata) della pellicola Super8 e 8mm, è la stessa di quella cinematografica, solo che viene preparata in tagli più piccoli dai produttori. Significa che usando queste modeste pellicole inserite dentro una vecchia cinepresa degli anni ’70, che permettono di realizzare con una cartuccia di pellicola circa 2 minuti e mezzo di filmato, stiamo facendo CINEMA! Per chi volesse avventurarsi con questi prodotti per diletto o per lavoro, sappia  che le pellicole di piccolo formato hanno gli stessi colori delle pellicole proiettate su grande schermo.

Approfonditi questi discorsi, ho deciso di investire un po’ di soldi nell’acquisto di cineprese 16 mm, ne ho possedute 3, due Beaulieu e una Krasnogorsk per iniziare ad utilizzare questo formato, e altre 6 cineprese Super8, Canon, Bolex, Nizo. Mi è stato spiegato che la pellicola Super8, quando viene convertita in digitale tramite scanner, può essere gonfiata in gergo cinematografico o semplicemente ingrandita, mantenendo sempre una buona risoluzione per essere proiettata su schermi cinematografici, certamente non i più grandi. Per questa vantaggiosa possibilità, c’è chi produce cortometraggi e filmati di una certa lunghezza su pellicola Super8 con spesa modesta riuscendo con il filmato finale ingrandito per il grande schermo a partecipare a concorsi e cinefestival. Certamente la qualità della grana e dei dettagli sarà inferiore per esempio alla pellicola più larga, 16mm che con doppia superficie appartiene già ai grandi formati insieme  alla 35mm ai formati del cinema. Per chi fosse interessato, ci sono diversi concorsi un po’ in tutti i paesi che accettano questo mini formato di pellicola come supporto. In Francia ho saputo di un festival che accetta direttamente la cassetta Super8 ancora da sviluppare che viene proiettata sul grande schermo senza alcun montaggio. I premi vengono assegnati ai prodotti più creativi e la cosa forse più interessante per i produttori è quella di vedere anche loro come gli spettatori del festival in sala, per la prima volta la propria pellicola proiettata senza aver avuto possibilità di controllarla prima.

Alla Movie & Sound decisi di prendere a noleggio una Arri BL 16mm per girare il mio primo documentario in quel formato a colori. L’occasione arrivò per un prodotto di nicchia: un laboratorio orafo, volevo preparare un corto che raccontasse ispirato ai filmati degli anni 60/70, l’arte di fare gioielli con un montaggio finale senza dialoghi né voci; solo una colonna sonora musicale che non creasse distrazioni per accentrare l’interesse sul prodotto visivo. In aggiunta, per facilitare la comprensione non scontata della sequenza di immagini, sotto titoli ispirati al cinema muto degli inizi del ‘900 anche per lo stile delle frasi scritte. Per farsi un’idea dei costi di produzione, potremmo dire che acquistando una cinepresa Canon magari Autofocus come una 514AF XL, che è una delle poche macchine super8 con messa a fuoco automatica, anche su Ebay, e comprando cartucce di pellicola a colori, si può girare un filmato di qualche minuto.

Se ti interessa approfondire l’argomento della pellicola o addirittura sperimentare la pellicola insieme, scrivimi.