Perchè fotografare con apparecchi fotografici a pellicola istantanea.
Il sotto titolo dice tutto: per avere subito in mano quanto è stato scattato pochi minuti prima. Ecco le condizioni ideali oggi per ottenere buone fotografie dal punto di vista tecnico, perchè dal punto di vista artistico occorre altro tipo di esperienza. Quasi tutte le fotocamere istantanee Polaroid recenti o meno, scattano foto e stampano immediatamente, senza scelta di non farlo. Per mia conoscenza solo la Fuji Instax SQ10 e SQ20, permettono come fotocamere ibride cioè analogiche e digitali, di stampare in automatico o dopo aver controllato la qualità sullo schermo digitale; vantaggio non da poco data la spesa consistente delle singole pellicole. In ogni caso, per mia opinione, spendere alcuni minuti per la composizione della foto da scattare con qualsiasi apparecchio istantaneo si utilizzi, renderà il risultato pieno di contenuti tecnico artistici irripetibili e significativi; per questo non getto nessuna delle mie foto realizzate con queste pellicole, nemmeno quelle per le quali ho lasciato il tappo sull’obiettivo! Imparo e miglioro, e i risultati si vedono.
La mia esperienza con questi apparecchi spazia anche su multipli scatti sovrapposti in modo voluto, scatti notturni e in movimento e su queste poche righe inizio a mostrarne alcune, di gusto personale ma per me tecnicamente interessanti.
Affascinante progetto realizzabile in senso generico con quattro elementi.
una camera oscura,
una superficie fotografica al suo interno
un foro su una delle pareti attraverso il quale la luce naturale proveniente dall’esterno, proietta le immagini verso la superficie opposta all’interno rovesciando le immagini sottosopra
un fascio di luce
In questa apparente semplicità, si nasconde un procedimento di copiatura delle immagini conosciuto fin dai tempi antichi e certamente nel Rinascimento.
La dimensione del foro, il tempo di apertura di questo foro per far passare la luce prima che venga chiuso nuovamente con una specie di tappo o copertura, l’intensità della luce che deve passare attraverso, e il tipo di materiale sul quale la luce viene proiettata, sono collegati fra loro secondo regole ben precise che se conosciute possono dare origine a immagini fotografiche più o meno definite senza il minimo utilizzo di lenti fotografiche.
Le mie sperimentazioni in merito, risalgono al primo anno della scuola media, durante il quale il progetto fotografico fu realizzato da ogni mio compagno di classe utilizzando una scatola di fiammiferi di grandezza normale e un qualsiasi rullino fotografico 35mm.
L’entusiasmo mio fu tale che da allora, gli esperimenti fotografici non mi hanno più abbandonato e nel tempo, a seconda delle risorse economiche di cui potevo disporre o il permesso di usare le apparecchiature che venivano usate in casa mia per fare fotografie, non mancavo di ritrarre persone, oggetti o creare piccoli scenari con i giochi di allora, modellismo, calcio in miniatura, poi amici, ecc.
Il Davide di Donatello dentro il Museo Nazionale del Bargello a Firenze
Durante l’insegnamento di progetti fotografici sperimentali realizzati a Firenze con studenti universitari, ho nuovamente aggiornato le mie esperienze in merito raccogliendo in un breve video il progetto costruito insieme ai miei studenti di allora. Le loro macchine fotografiche erano basate sul progetto Dirkon. Ecco le istruzioni dettagliate per poter sperimentare personalmente questo stile fotografico su pellicola 35mm. Il progetto Dirkon originale. In commercio esistono diverse soluzioni per costruirsi da soli questa camera oscura anche con materiali di uso domestico salvo la necessità di acquistare le tradizionali pellicole da 35mm in uso per la maggior parte delle macchine fotografiche usate principalmente fino a dieci anni fa.
Le esperienze personali mie sono state sviluppate solo in orari diurni e prevalentemente nella città di Firenze dove lavoravo allora. Approfondendo l’argomento credo sia possibile ottenere risultati anche tramite esposizione notturna spendendo un po’ di tempo a calcolare i tempi maggiorati di esposizione della pellicola.
Ecco il video di quella esperienza insieme agli studenti. Viva la fotografia sperimentale!
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