Nel mio approccio con la natura sto ancora sperimentando quanto sia complessa la progettazione di un filmato nel quale la presenza umana non sia rilevante. Ho constatato semplicemente che i tempi della natura e delle forme di vita intorno a noi, sono non programmabili come potrebbe essere la recitazione di una qualsiasi comparsa che si presti ad interpretare se stessa o un ruolo specifico di fronte all’obiettivo. Questa diversità alla quale non ero preparato, mi stimola ancora più rispetto per tutti coloro che si avventurano a documentare la natura in qualsiasi delle sue forme, spendendo grandi quantità di tempo e studiando i metodi migliori per offrire a chi guarderà i loro video o foto, la meraviglia di parti del pianeta.

Il giorno che avevo deciso di registrare audio e video sulle rive dell’Arno, non immaginavo di riuscire in un paio d’ore ad ottenere filmati come quelli mostrati nel mio montaggio. Certamente esperti documentaristi utilizzano luoghi protetti di avvistamento per nascondere la propria presenza agli altri animali per ottenere un avvicinamento che non sarebbe possibile in presenza dell’uomo; è probabile che si avvalgano anche di richiami per stimolare i movimenti e la fuga di certe specie animali per filmarne il volo e gli spostamenti.

Ritengo una bella esperienza quella di pazientare dopo lunghe attese, per afferrare alcuni istanti dello svolazzare di un airone piuttosto che un fortuito momento di pesca da parte di un altro volatile. E’ facile distrarsi in queste circostanze quando alla ricerca di forme di vita si è attratti da infinite possibilità che attirano il proprio interesse. Questa attesa, abbastanza simile a quella di pescatori che sperano nel passaggio di pesci vicino alla propria esca, mi ha stimolato a preparare rispetto e curiosità verso l’ambiente nel suo complesso modo di manifestarsi; tutto segue un corso, si intrecciano le vite di animali che si incontrano e convivono in spazi aperti.

Allo stesso tempo, ha esteso i limiti della mia conoscenza anche dei comportamenti di piccoli organismi acquatici che in certi momenti delle mie attese catturavano la mia attenzione. Un’esperienza ricca e superiore a qualsiasi studio sui libri, stimolante se ben preparata per piccoli e grandi. L’approccio diretto è sempre superiore alle parole degli altri; l’osservazione con oculari specifici e macchine fotografiche, permettono di creare particolare empatia con la specie che stiamo osservando nel mirino, osservandola e cercando di capire in anticipo il perché dei suoi movimenti. Le frequenti variazioni di direzione, rendono difficile mantenere l’inquadratura dei dettagli di animali e possono far perdere la pazienza quando non sappiamo ciò che verrà fuori di interessante nei minuti successivi o forse… nella prossima ora!

Il loro essere in continuo movimento per procacciarsi cibo, non è chiaro mentre li seguiamo e potrebbe ai nostri occhi inesperti, apparire come una normale passeggiata distensiva simile a quanto cerchiamo di fare  noi per equilibrare il proprio organismo compensando gli stress della vita quotidiana. Il desiderio iniziale di documentare vari aspetti del corso del fiume Arno in zone non adiacenti fra loro, continua a stimolarmi per poter conoscere altre aree verso la foce che cercherò di documentare in un prossimo futuro.

Introduco invece questo video che ho costruito inserendo alcuni concetti sviluppati dalla ricerca che Leonardo da Vinci espandeva continuamente per definire le sue arti in modo scientificamente corretto e superiore alla media di altri artisti suoi contemporanei. Luogo di ispirazione abbastanza dibattuto e forse non autentico, che potrebbe essere stato utilizzato da Leonardo per il paesaggio o parte di esso nel famoso dipinto di Monna Lisa. Mentre filmavo, pensavo all’artista e quanto avrebbe desiderato utilizzare le tecnologie attuali dei droni che permettono l’osservazione aerea dei paesaggi. Se possiamo permetterci oggi di realizzare prodotti belli o molto belli di viste a volo di uccello, lo dobbiamo certamente ad una ricerca nata mezzo millennio fa.

Buona visione.

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