Esattamente come state facendo voi adesso, ho iniziato ad approfondire la materia “immagini in movimento” leggendo testi ed esperienze fatte da altre persone prima di me. Il lato utile di internet in questa esperienza per me è stato e lo rimane tutt’ora, una enorme quantità di informazioni con livello di approfondimento diverso provenienti da luoghi culture ed esperienze altrettanto diverse. Una grande ricchezza che ha influenzato fortemente la mia formazione in questo campo per arrivare oggi ai risultati che produco e che sono dentro di me in continua evoluzione. Uno dei costi da considerare per studiare e approfondire, è il tempo necessario a trovare quello che si cerca o come nel caso mio, quello che si scopre mentre stiamo cercando. Può capitare di essere tentati dal seguire alcune informazioni pubblicitarie o comunque sponsorizzate che magnificano un prodotto più del dovuto senza citarne i contro.  Se il proprio spirito di ricerca non cede a queste distrazioni, si possono concretizzare con successo anche ricerche di soli 30 minuti tramite la navigazione su internet. Sicuramente la conoscenza della lingua inglese molto diffusa per uso divulgativo di una grande quantità di informazioni, permette un accesso diretto alle informazioni originarie. Se tuttavia non si conoscono altre lingue oltre alla propria, è possibile utilizzare gratuitamente vari servizi di traduzione on line come ad esempio Google Translate  che in modo abbastanza accurato rende comprensibili alla nostra vista (ma anche al nostro orecchio se clicchiamo per ascoltare), i contenuti della ricerca che avevamo fatto da altre lingue. Acquistare direttamente libri senza conoscerne bene i contenuti o affidarsi a costosi training e seminari per diventare bravi videomaker o fotografi, può costare ancora di più sia di tempo che di soldi. Grazie ad aver seguito alcuni sponsor presenti su alcune pagine di tecniche e prodotti ho conosciuto argomenti e stili fotografici che nemmeno immaginavo esistessero.

background libri

Uno dei suggerimenti comuni a diverse fonti di informazione abbastanza autorevoli in termini di esperienza quando si vuole imparare a diventare bravi a filmare o fare foto,  è quello di non cercare necessariamente l’imitazione di bravi videomaker per crescere, ma di concentrarsi soprattutto sull’acquisizione delle tecniche conoscendo meglio possibile la propria videocamera e sperimentare seguendo il proprio modo di percepire il mondo attraverso un’inquadratura. Anche imitando stili di montaggio e inquadrature si assimilano grandi conoscenze ma non può essere troppo a scapito totale della propria creatività. Può sembrare un processo formativo lungo ma senza dubbio permette di offrire il proprio contributo nel rappresentare attraverso foto e filmati un modo differente di vedere le cose. I libri, gran parte dei quali in inglese che appartengono alla mia “università di video e cinema a distanza“, sono tutt’ora per me fonte di consultazione quando ho davanti a me lo studio di un nuovo progetto, foto o video che sia.

Lo stile si forma imparando l’uso delle tecnologie a disposizione che possono essere più o meno costose. La sfida che si pone di fronte alla sperimentazione gioca il ruolo più importante perché utilizzando uno strumento per produrre immagini al di là delle sue caratteristiche tecniche, ci obbliga a creare una sequenza di immagini che abbiano un senso perché collegate fra loro in successione o che invece sviluppino la trama della sceneggiatura con immagini che rappresentano opposti fra loro. Ad esempio inquadrature su oggetti di dimensioni opposte, l’età opposta che riguarda ciò che inquadriamo, potrebbero essere soggetti vivi oppure oggetti, o altro esempio differenti condizioni sociali, soggettive o ambientali. Allo stesso tempo, occorre la conoscenza delle tecniche di rappresentazione cioè l’inquadratura fissa e in movimento, il livello di ingrandimento o zoom  in una inquadratura, quando ci si esprime con foto e video mentre stiamo producendo questo lavoro di comunicazione.

Potrei definirmi un buon chef multimediale solo quando riesco a concludere con soddisfazione un filmato o una serie di fotografie tramite un montaggio significativo che riesce a comunicare quanto indicato nel suo titolo e descrizione, una storia che ho finito di raccontare. Di fronte ad un libero progetto video fotografico, se possiamo scegliere noi, lo stile e l’utilizzo delle attrezzature sono direttamente collegate a ciò che si deve produrre; quando invece non abbiamo sufficienti mezzi tecnici a disposizione o condizioni di spazio, luce e audio modeste o non adeguate, è richiesta una maggiore creatività per portare a termine il prodotto con il successo rappresentativo che vogliamo. Una delle condizioni assolutamente indispensabili per fotografare e filmare con successo fino in fondo sono le batterie cariche, la pellicola a disposizione o le schede di memoria a sufficienza. Basta. Se queste condizioni persistono, si può andare avanti ad oltranza sperimentando ulteriormente con variazioni stilistiche. Se invece sappiamo in anticipo che queste condizioni di partenza, cioè batterie e supporti di registrazione sono limitati, ad esempio in un viaggio, dovremo ingegnarci per ottenere al meglio una produzione che riassuma intelligentemente e in modo completo l’intero evento da registrare. Questa limitazione oggi può sembrare eccessiva quando si desidera rappresentare un momento specifico che si svolge davanti ai nostri occhi. Se ci ingegnamo in tempo progettando quali sono gli aspetti indispensabili da mostrare mirando ad un riassunto più rappresentativo possibile, impareremo anche l’arte di sceneggiare questo reportage video o fotografico.

Oggi per fortuna c’è in giro una grande ricchezza di apparecchiature nuove e usate per mirare molto precisamente a scopi specifici. Piccole macchine fotografiche per riprendere azioni in movimento veloce e che si svolgono in condizioni ambientali tecnicamente complicate per le riprese video o fotografiche. Questa pratica di sperimentazione tecnica la utilizzo senza preoccuparmi troppo dei contenuti quando mi interessa testare la macchina da ripresa che ho fra le mani; metto la maggior parte della mia attenzione nel padroneggiare lo strumento piuttosto che impiegare tempo prezioso a cercare soggetti di grande significato da inquadrare e filmare. La fase di apprendimento e sviluppo successiva, mia individuale, è quella di cercare tanti elementi che possano comporre un mini documentario sufficienti a completare la narrazione anche breve di un arco di tempo, di un luogo o di un evento.

Ho scoperto in questo modo, la forza espressiva delle immagini legate fra loro e messe insieme a volte con il taglio di un reportage che può essere rappresentato con grande fedeltà della lunghezza delle immagini o come una veloce sintesi dei momenti più significativi di quel fenomeno, evento o come preferiamo definire un arco di tempo nel quale seguiamo quello che sta accadendo intorno a noi.